Vincenzo Todaro
Erice (Trapani), 1978
L'arte di Todaro è popolata da atmosfere d'antico sapore, fotografie vintage che ritraggono signore al tavolino di un bar, contadine, scolaretti, militari, coppie che passeggiano o giocano a scrutarsi teneramente ai lati di una colonna, ragazze in gita domenicale, signore in posa durante un viaggio turistico o ritratti di famiglie ad una balaustra contornata di piante per creare una situazione da salotto borghese sfumando nel seppia per evocare un'ambientazione ottocentesca. Sono momenti di vita, ritratti avvolti da un'aurea incantata di tenerezza e sentimento, preziosissimi ricordi di famiglia, momenti irripetibili, attimi fuggenti del passato che Todaro ritrova, decontestualizzati e privi di storia, nei mercatini rionali e li fa riemergere in modo del tutto inaspettato, attualizzandoli e rimettendoli in discussione con una tecnica innovativa.
Il processo creativo di Todaro nasce già dall'accurata scelta delle immagini che, in seguito, verranno intagliate asportando con meticolosa precisione i visi dei personaggi raffigurati nelle fotografie, trasformandoli in profili dai sottili contorni e lasciando che siano solamente accessori e dettagli, come collane, braccialetti, occhiali, a definirle.
In questa “poetica dell'assenza”, come la definisce l'artista, la figura umana, ripescata da un passato privo di riferimenti temporali e topografici, lascia solamente qualche labile traccia di sé silenziosamente percepibile, provocando uno straniamento percettivo nell'osservatore. Sorge spontaneo l'impulso di cercare indizi che possano ricreare un contesto a queste immagini intriganti, cercando di comprenderne la provenienza e la collocazione temporale.