Mimmo Iacopino
Seguendo gli insegnamenti del Dadaismo, le opere di Mimmo Iacopino sono realizzate da eleganti intrecci di elementi compositivi insoliti, quali le strisce di velluto, i nastri di raso, ma anche i metri da sartoria, quelli da banco, i righelli, i frammenti di spartiti musicali e di testi letterari. Sono tutti materiali decontestualizzati rispetto al loro campo e alla loro funzione, diventati elementi artistici e composti in trame e orditi geometrici o ispirati a modulazioni aritmetiche, seguendo regole matematiche di ordinata follia. In questo senso Iacopino sa unire il principio dell’objet trouvé e della sorpresa che lo spettatore prova davanti ai materiali utilizzati dall’artista alla grande lezione astratta e geometrica dell’arte del XX secolo. Ogni sua opera è un lavoro di grande fascino cromatico e ritmico, ipnotica ed enigmatica, dove ciascun elemento assolve alla funzione di segno moltiplicato, coinvolgendo così lo spettatore in un sempre diverso dialogo con la materia pittorica della sua arte. Iacopino ha ricevuto numerosi riconoscimenti: è stato vincitore del concorso Promocard organizzato dal MiArt nel 2007, premiato con il diploma del Biennial VII International Festival of Experimental Art a San Pietroburgo nel 2008, oltre che finalista del concorso Combat Prize di Livorno nel 2010. La sua opera è caratterizzata da un rigore estetico ereditato dalla sua iniziale attività come fotografo still life e la sua adesione al gruppo Studio Azzurro. Dopo la sua prima mostra personale nel 1992, si avvia una carriera che lo porta a esporre in prestigiose istituzioni e spazi pubblici in Italia e all’estero: dal Centro d’Arte Contemporanea Castello di Rivara (TO) alla Mole Vanvitelliana di Ancona, da Lugano alla Russia, presso il Museo d’Arte Contemporanea di Minsk, in Bielorussia e a San Pietroburgo. L’artista ha partecipato ad importanti rassegne di arte contemporanea come Artforum a Berlino e Swab Barcelona. International Contemporary Art Fair
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