Dario Brevi

Dario Brevi


Annoverato, negli anni ‘80, dal critico Renato Barilli tra le fila dei Nuovi Futuristi, Dario Brevi - Limbiate (Mb), 1955 – con il filone più ludico e inventivo del futurismo storico, capeggiato da Balla e Depero, la volontà di “ricostruire l’universo” attraverso un’arte totale che inglobi tutte le forme espressive per creare un linguaggio inedito, in bilico tra naturale e artificiale, astratto e figurativo, pittura e scultura. Così sono le opere di Brevi: campiture cromatiche nette, definite da colori acidi e freddi vengono intagliate all’interno di un materiale industriale denso e corposo, il legno truciolare MDF, Medium Density Fireboard, e si fluidificano sulla parete con l’andamento ondeggiante delle loro forme plastiche e sinuose, dai contorni tondeggianti, in stile Neo-Pop. Lo studiato addensamento di queste particelle, che fungono da tratti costitutivi dell’immagine, genera iconografie plastificate, ricoperte dalla patina sfavillante di brillanti vernici acriliche; talvolta, sono gli squarci che si aprono all’interno di questi bassorilievi a definire, in negativo, sagome umane o naturali dalla consistenza onirica. Brevi rivisita l’oggettualità della Pop storica tramite il filtro della vocazione all’espansione ambientale tipica dell’arte povera e il minimalismo dell’arte concettuale conferendo un’inedita consistenza materica e pittorica all’opera; essa si configura come un caleidoscopico addensamento di masse definite da colori vividi che richiama l’inesausto fluire delle immagini nella comunicazione massmediatica e la loro smaccata artificialità. Al loro interno, lo spettatore si perde alla ricerca del soggetto, al quale le bizzarrie linguistiche del titolo conferiscono un afflato epico e un’allure contemporanea, richiamando tematiche come il rapporto uomo-natura, la guerra, il complesso equilibrio dell’ecosistema. Dagli anni '80 e '90, fino ad arrivare agli anni 2000, l’artista ha esposto, spesso in occasione di mostre dedicate al Nuovo Futurismo, in importanti spazi pubblici, musei e fondazioni in Italia, come il Mart di Rovereto (Tn), lo Spazio Oberdan, il Palazzo Reale e il Palazzo delle Stelline di Milano, oltre che in Germania, in Spagna, in Grecia, in Inghilterra, in Svizzera, a Cuba, in Brasile e in Finlandia. Recente è il successo delle personali presso l’Institut Jacques Delors di Bruxelles e il Museo Il Correggio.